18 dicembre 2013

Se il bebè è a costo zero


Quando ho scoperto di essere incinta, ormai più di due anni fa, sono subito entrata nel tourbillon di appuntamenti col ginecologo, ecografie, esami del sangue, oddio come sarà il parto… insomma ero parecchio centrata su di me. Fino all'ultimo, per scaramanzia, mi sono rifiutata di comprare lenzuolini, tutine e quant'altro, finché a un certo punto – visto che Bianca sarebbe nata in inverno e qualcosa dovevo pur metterle addosso – ho dovuto cedere all'acquisto delle fatidiche tutine e body, così come indicato nel foglio dell'ospedale.



Però, pensando che qualche santo mi avrebbe aiutato e che "insomma, tutte hanno dei bimbi, in qualche modo me la caverò", non mi è neanche passato per la testa di comprare quei bei manuali tipo Il linguaggio segreto dei neonati di Tracy Hogg o Besame mucho di Gonzales che avrebbero potuto darmi qualche informazione su quello che mi aspettava. Finché navigando un po' on line mi sono imbattuta nel sito di Torino bimbi e, cercando un po', sono arrivata ad ascoltare un'intervista a Giorgia Cozza, una giornalista che parlava del suo libro il cui titolo è davvero meraviglioso: Bebé a costo zero (ed. Il leone verde e Mondadori).

Il testo di Giorgia, che poi ho potuto incontrare a Forlì da Babylon, parte da una domanda molto semplice: di che cosa ha davvero bisogno un neonato? Entrando nei negozi di articoli per bambini mi ero già accorta che la lista degli oggetti da comprare durante gravidanza e primi anni di vita del bebé pareva infinita, le statistiche sono sempre pronte a ricordarci il lungo elenco delle spese che i genitori devono sostenere per l'arrivo dell'infante: passeggini, carrozzine, biberon, ciuccio, pannolini usa e getta, palestrina, box… tutte cose che dovrebbero "aiutare" i genitori.

Giorgia, mamma di tre bambini, ci ricorda che, appunto, si tratta di cose; un neonato ha soprattutto bisogno di contatto, contenimento, comunicazione e cibo, tutte cose che possono benissimo essere soddisfatte dalla mamma! Nel suo testo, dove sono riportate anche di interviste a genitori, ginecologi, pedagogisti, non perde mai di vista la relazione affettiva tra mamme, papà e figli, offrendo un libro che non cede mai al marketing, al consumismo e alle imposizioni di mercato e che, soprattutto, sta dalla parte delle famiglie che scelgono un consumo critico. Con tante proposte e suggerimenti pratici per evitare spese inutili e con un occhio di riguardo per la salvaguardia dell'ambiente. 

Non ci sono oggetti che servono in assoluto – a parte il seggiolino per il trasporto in auto – e ogni famiglia si deve regolare in base alle proprie abitudini e necessità. La carrozzina? Il neonato può anche essere portato in fascia e il passeggino si può prendere in prestito da altre famiglie o comprarne uno usato. La palestrina? Carina, ma se ne può costruire una casalinga. I pannolini? Si può fare un investimento decidendo di usare quelli lavabili che poi possono servire per un altro bimbo. L'abbigliamento? Si può chiedere ai conoscenti, potrebbero essere felici di liberarsi di tutine e body chiusi nell'armadio che ormai il loro bimbo non mette più.


Durante l'incontro Giorgia ci ha fatto notare come siamo abituati a regalare oggetti. E se invece alla neo-mamma regalassimo tempo? Cose semplici, piccole attenzioni: un aiuto a sistemare casa, un piatto già pronto e solo da cucinare per darle sollievo durante il probabile caotico rientro a casa col bebé. 
Perché il neonato ha già tutto quello che gli serve.


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