30 gennaio 2014

Viva le dade del nido, #talktoyourdaughter

La mattina ci accolgono sempre con un sorriso, non solo conoscono il nome di mia figlia – questo è ovvio – ma anche il mio e quello del babbo di Bianca. E dopo il sorriso c'è sempre un "buongiorno, come va? state bene?". Dopo qualche minuto le loro braccia si aprono per prendere in braccio la mia piccola. "Cucciolina, vieni, oh come è in gamba questa ragazza, ecco, dai un bacio alla mamma." E così io saluto ed esco, sicura che Bianca è in buone mani.



Sono le dade del nido Coccinella di Savignano sul Rubicone che tutte le mattine prendono in consegna mia figlia per trascorrere la mattinata con lei e i quindici bambini della sezione part-time. Ed entrare al nido è come entrare in un'oasi di pace e serenità; le parole sono gentili, rassicuranti, ferme quando è necessario. 

Fin dalla prima riunione coi genitori è stato posto l'accento sul confronto, sulla necessità di avere un feedback tra genitori e dade, consapevoli dei diversi ruoli che ognuno ha e della diversità di ogni bimbo. E persino io, che in genere sono piuttosto diffidente, sono stata travolta da questo universo di disponibilità e gentilezza. Ed ecco perché spesso vorrei assomigliare a loro, soprattutto quando sono stanca e i pomeriggi con Bianca sembrano non finire mai, o quando sono a corto di idee e non so più cosa inventarmi. Penso a loro, che hanno una pazienza infinita, che non si stancano di ripetere le cose, che sono in grado di consigliarmi se lo chiedo, senza giudizi o pregiudizi e senza imposizioni. 

Ecco, a me stessa e a Bianca voglio ricordare la bellezza di queste donne, una bellezza autentica che viene dal cuore e non da un adeguamento ai canoni estetici spesso irraggiungibili che i media ci propongono.

Grazie a Milena, Arianna e Sabrina.

Con questo post partecipo all'iniziativa rilanciata da Claudia Porta "Parla a tua figlia… prima che lo facciano le aziende" #talktoyourdaughter.
Be your beautiful self.



23 gennaio 2014

Abbiamo tutti bisogno di poesia

All'inizio dell'anno mi trovavo alla libreria Feltrinelli di Rimini e, mentre mi aggiravo tra gli scaffali alla ricerca di qualcosa di interessante, la mia attenzione è andata a un libro che, sulle prime, mi era parso un'agenda. Incuriosita l'ho preso in mano, l'ho sfogliato velocemente e senza pensarci troppo l'ho comprato.

Si trattava di "La mappa della felicità", sottotitolo "parole dedicate alle donne" di Daisaku Ikeda, leader buddista e Premio delle Nazioni Unite per la Pace. Mi è piaciuto subito perché si presenta così: "Abbiamo tutti bisogno di poesia, ogni giorno della nostra vita". Per ogni giorno dell'anno c'è una riflessione, un piccolo pensiero da portare con sé per affrontare la giornata. Parole che, partendo dalle cose della vita quotidiana, vanno dall'educazione dei figli al rapporto col compagno, al ruolo nella società, disegnando un a mappa verso la felicità.


Il pensiero di oggi è:
"Dedicarsi ai figli senza risparmiarsi. L'amore di una madre è veramente grande e profondo".
Mentre il 16 gennaio era dedicato a una frase che ogni tanto vado a rileggere e che devo davvero segnarmi a caratteri cubitali:
"Anche se hai tanti impegni quotidiani, ogni volta che stai per lamentarti cerca di trasformare la lamentela in un sorriso, e non perdere mai la capacità di rivolgere parole affettuose ai tuoi familiari e alle persone intorno a te."
Ecco, questa sorta di diario mi è sembrato una cosa positiva, una piccola poesia da leggere al mattino per cominciare bene la giornata e che mi accompagnerà  per tutto il 2014, per ricordarmi che la felicità è fatta di piccole cose. E voi, avete un rituale per cominciare bene la giornata?

20 gennaio 2014

Siamo tutti creativi!

Non sono una mamma pasta di sale e mille idee per passare i pomeriggi di pioggia coi bambini. Ovviamente in casa qualcosa bisogna pur fare, se non altro preparare i pasti, ma le cose pratiche, ecco quelle mi difettano un po'. In compenso ho un sacco di libri sul comodino!

Però qualche volta mi cimento pure io, con risultati quasi apprezzabili, perché in fondo la creatività è in ognuno di noi; a volte ce ne dimentichiamo, ma basta osservare un bambino, il suo modo di esplorare il mondo, di dare significati nuovi agli oggetti che manipola per capire che di base siamo tutti creativi.

Quando ho scoperto di essere incinta ho subito pensato a come decorare la futura camera di Bianca (all'epoca, pareva la priorità assoluta) e ho scoperto su Eatsy le decalcomanie di Little lion studio, con alberi colorati e animali della savana. Ma io mi volevo cimentare! E così, con risultati non proprio simili, ho provato a fare da sola, a mano e usando colori acrilici. Il risultato è questo:



In seguito, anche seguendo le indicazioni di Bebè a costo zero, ho realizzato una palestrina casalinga dove la mia piccola potesse divertirsi con i sonagli e i pupazzetti che avevo attaccato; due libretti con le migliori foto di Bianca dell'anno appena trascorso e da consegnarsi rigorosamente il giorno della Befana; una macchinina super ecologica fatta utilizzando una scatola di cartone e per la quale tutta la famiglia si è messa all'opera:


Ora che ci penso, persino il nostro albero di Natale è fatto a mano; visto che quando eravamo a Forlì avevamo poco posto, ne avevamo avevamo realizzato uno "da parete" che usiamo ancora:


E tra qualche mese il problema della decorazione della stanza di Bianca si riproporrà ancora: resteremo sempre nel (piccolo) paese di Savignano, ma ci sposteremo dal colle dove siamo ora alla pianura. Qualche idea per decorare la cameretta?

17 gennaio 2014

Fiori di Bach, per anime naviganti alla ricerca di sé

Chicory (dall'amore esigente all'amore indulgente), Walnut (dall'influenzabilità alla saldezza interiore) e White Chestnut (dal caos mentale alla quiete interiore): sono questi tre fiori il responso del colloquio odierno con la naturopataSì, perché qualche mese fa le cose si stavano complicando parecchio – nascita di Bianca/intervento/trasloco/casini vari – e l'erborista che avevo conosciuto dopo essermi traferita nel (piccolo) paese di Savignano, inteso che si trovava di fronte a un caso piuttosto intricato, mi ha caldamente invitata a prendere un appuntamento con la sua insegnate Daniela Ronconi, naturopata e compositrice, per farmi prescrivere i Fiori di Bach.



Edward Bach, come molti sapranno, era un ricercatore, patologo e batteriologo gallese che si impegnò nel cercare di capire come risolvere le malattie alla loro origine, senza fermarsi ai sintomi. Grazie alla sua attenzione verso qualunque tipo di sofferenza umana e all'amore nei confronti della natura, ha dedicato buon parte della sua vita a cercare un metodo che potesse riportare l'uomo sulla sua Strada Maestra, sul suo cammino personale, che è unico per ognuno di noi. E ci ha donato 38 fiori, che da lui prendono il nome, e che agiscono sulla disarmonia energetica per andare a riportare l'equilibrio a livello emozionale e mentale.


E così, in un pomeriggio di fine aprile, sono venuta a conoscenza del Metodo Ronconi per applicare i Fiori di Bach. Daniela, infatti, ha brevettato un suo metodo personale per scegliere i fiori per la persona che ha davanti e, come musicista, ha traferito il concetto di vibrazione dell'arte musicale nel mondo della medicina naturale. Il suo metodo parte dall'importanza di interpretare al meglio lo stato emozionale della persona che si trova in uno stato di disarmonia, in preda a tensioni, ansie, paure, che in stato di disequilibrio perché si è lasciata confondere e corrompere dal caos vibrazionale che ogni giorno le circola attorno; percepisce il caos e il disagio, che dà origine a un sintomo, ma non riesce a capire la causa scatenante.

Ecco dunque i tre presupposti del metodo di Daniela: sintomo (fiore del presente), causa (fiore del passato), personalità (fiore del futuro). I fiori vengono usati allo stato puro, non mescolati. Perché usare tanti fiori quando ne sono sufficienti tre? Per fare ordine nel caos del disequilibio emozionale c'è necessità di chiarezza e direzione.


Chicory
Andare da Daniela,  significa andare avere con lei un colloquio. Mi sono sentita fare domande che al momento mi sono parse piuttosto strane: tu ti ami? con chi sei arrabbiata? sei una persona critica? pensi di meritare l'amore? Per prima cosa lei ti guarda sul piano fisico, come cammini, come ti muovi. Poi senti che arriva lo sguardo del cuore, quello che intuisce anche quello che pensi ma non hai le parole per dire. Alla fine del colloquio Daniela ti dà un foglietto con l'indicazione dei tre fiori che ha scelto per te. Sta a te decidere se prenderli.

Sia chiaro, niente è facile e guarire costa fatica. Ci vuole costanza e anche impegno, non si può pensare che i fiori lavoreranno senza che noi ci mettiamo del nostro. A volte possono dare anche un momentaneo disagio. Ricordo bene quando ho preso Agrimony (dall'armonia apparente alla pace interiore): è stato per poco meno di un mese, ma durissimo; Daniela mi ha spiegato che la costante sensazione di vuoto che sentivo nella pancia era dovuta all'azione di pulizia delle placche emozionali che si stava compiendo. 

I fiori si accordano con altre terapie e sono in grado di rafforzare un percorso di tipo psicoterapeutico. Come dice Daniela "il naturopata deve sapere riconoscere il disagio in modo chiaro. La paura non è una causa, ma un effetto, bisogna capire cosa c'è a monte. Il fiore aiuta a capire chi sei, ad averne consapevolezza e a fare un percorso emozionale, se vuoi. Sta poi a ognuno di noi decidere se vogliamo essere amati per noi stessi o per quello che gli altri vorrebbero". 

Sono quasi nove mesi che prendo i fiori e che incontro Daniela circa una volta al mese, tranne in estate quando gli incontri sono sospesi. Ci andrò ancora il prossimo mese? Per quanto ancora prenderò i fiori? Non lo so proprio. Daniela, che non ha uno studio ma opera esclusivamente nelle erboristerie d'Italia che la accolgono, non vuole essere una stampella per chi va da lei. E io, grazie alla ritrovata consapevolezza dei miei stati emozionali continuerò a prendere i fiori finché sentirò che faranno per me e ne avrò bisogno. E voi, qualcuno ha mai provato i fiori di Bach?

Qui per saperne di più sulla floriterapia dalla viva voce di Daniela Ronconi:

Qui invece si trovano articoli interessanti sul rapporto tra fiori  personalità. 

8 gennaio 2014

Una pedagooogia per i bambini del terzo millennio

Qualche tempo fa, grazie all'associazione culturale Babylon di Forlì, ho avuto modo di partecipare a un seminario con l'antropologa francese Noemi Paymal
In un'atmosfera gioiosa e informale, Noemi ha illustrato, per la prima volta in Italia, il progetto di Pedagooogia 3000, uno strumento educativo che parte dall'osservazione dei grandi cambiamenti che i bambini manifestano e cerca di offrire risposte alle loro esigenze e al nuovo modo di apprendere che essi manifestano: un apprendimento in grado di stimolare e sviluppare in modo equilibrato entrambi gli emisferi cerebrali integrando le esperienze cognitive con quelle emozionali, intuitive e creative.