18 marzo 2014

Come allevare un bambino felice

A volte è proprio vero che da cosa nasce cosa. Se è vero che quando ero incinta non mi sono assolutamente sognata di leggere un manuale per capire il bebè in arrivo (e un po' ho sbagliato), dopo mi sono rifatta. Leggendo "Il metodo maman", un libro che ritenevo frivolo e invece si basa su appassionati studi pedagogici, ho avuto il piacere di scoprire Francoise Dolto (1908-1988), psicanalista infantile allieva di Lacan.




Ero curiosa perché questa donna veniva descritta come uno dei colossi dell'educazione francese (l'altro è Rousseau), una che già a otto anni aveva deciso che avrebbe fatto un lavoro che non esisteva ancora: l'intermediaria fra adulti e bambini. Sosteneva che i bambini sono esseri razionali fin da quando vengono al mondo e che è importantissimo parlare con loro, dicendo sempre la verità. Oggi pare scontato, ma all'epoca in cui studiava la Dolto (siamo negli anni Trenta) non lo era poi tanto.

A metà degli anni Settanta, quando era la pediatra e psicoanalista più famosa di Francia, le fu chiesto di tenere a una trasmissione radiofonica sui problemi dei genitori con i loro bambini, senza indottrinamenti ma con la volontà di aiutarli anche a sdrammatizzare certe situazioni. Accettò a condizione di ricevere delle lettere scritte dai genitori, senza rispondere in diretta a qualsiasi domanda. "Formulare per iscritto le proprie difficoltà è già un modo per venirsi in aiuto", questo sosteneva. 

Il libro "Come allevare un bambino felice" è proprio la trascrizione di queste trasmissioni radiofoniche in cui, attraverso la lettura di casi specifici la Dolto parla delle fasi di crescita che affrontano tutti i bambini, anche se ognuno a modo suo, senza termini tecnici o richiami teorici, ma con un linguaggio semplice che non dà ricette precostituite, ricordando che l'importante è sempre tradurre gli stati d'animo in dialogo. 
"Credo che per una madre in difficoltà, già scrivere la lettera le permetta di prendere un po' le distanze dal suo problema: essa riflette, formula la lettera sapendo che verrà letta; la scrive dunque con tutta l'anima, se così posso dire. E io la leggo con lo stesso sentimento… Perché lei sa che il mio scopo non è quello di dare ricette, ma di riuscire a far comprendere ai genitori che essi hanno i mezzi per risolvere le loro difficoltà."
Una sorta di manuale, dunque, suddiviso secondo i problemi posti dagli ascoltatori, da usare per rapide consultazioni o da leggere per intero abbandonandosi al flusso narrativo. Ce ne sono altri così?

Nessun commento:

Posta un commento